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sto, magari non potestà intrinseca di sodisfarvi, bensì eziandio potestà creduta od imaginata dal soggetto. Quello che conta, ad ogni modo, e che il Rocco ha contribuito a mettere in luce, è precisamente questa relazione che il concetto di bene ha col soggetto.

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Ed è questa relazione, appunto, che, in conformità con le vedute che ho difese altrove intorno al rapporto giuridico, m'induce a tentar di identificare il concetto di bene giuridico con quello di oggetto del rapporto giuridico. Dico: oggetto del rapporto, non soltanto del diritto soggettivo. Ed infatti, quel bene giuridico, sul quale cade o si appunta la facoltà o pretesa del soggetto attivo, è quello stesso rispetto al quale viene determinata la prestazione, positiva o negativa, del soggetto passivo del rapporto. Non la cosa, come tale, è oggetto del rapporto, e nemmeno del diritto, perchè la cosa il Gegenstand - sia dall'economia, sia dal diritto, viene considerata rispetto all' uomo, all' utilità che egli ne può trarre. Questo hanno perfettamente compreso, da un pezzo, gli economisti, i quali parlano, appunto, di beni piuttosto che di cose. Questo non hanno ancora a pieno compreso i giuristi, dominati da una concezione -non diremo positivistica ma, per questo rispetto, eccessivamente materialistica. Di qui, le lunghe, e sovente oziose, discussioni su la possibilità o meno d'intendere un bene immateriale come oggetto di un diritto, sui confini logici del concetto giuridico di cosa, ecc. Quello che costituisce l'oggetto del diritto, dello stesso diritto reale, e dei rapporti giuridici, come appunto si chiamano da taluni, reali o su le cose, non è propriamente la cosa, intesa nella sua accezione materialistica od astrattistica, bensì la cosa intesa nella sua attitudine effettiva o potenziale a sodisfare i bisogni del soggetto; la disponibilità più o meno piena della cosa, il godimento, la sicurezza, la commerciabilità della cosa immobile o mobile, questo non la cosa costituisce l'oggetto del diritto; e, complementarmente, il rispetto, cioè l'omissione di turbamento, di tale disponibilità, la traslazione di proprietà, la confezione della cosa, e via discorrendo, costituiscono l'oggetto della prestazione.

Tanto meno può dirsi che la persona costituisca l'oggetto di un diritto o di un rapporto giuridico. La persona propria non è un Gegenstand di fronte al soggetto; questi ha bensì l'interesse ed il diritto di giovarsi delle proprie condizioni, facoltà od attività per il sodisfacimento dei proprii bisogni; e queste condizioni, facoltà, attività, più o meno determinate, più o meno ampie, i proprii status personali, il nome, la libertà,

l'onore, il lavoro, e via discorrendo, costituiscono l'oggetto dei suoi diritti personali, ed i contegni complementari al godimento di cotesti beni costituiscono l'oggetto delle prestazioni corrispondenti. E neppure si hanno diritti su altre persone, nè cotesti altri soggetti possono fare oggetto delle loro prestazioni la persona propria: questa non è oggetto, appunto perchè è soggetto. Soggetto passivo di una prestazione, ma, proprio per questo, da distinguersi dall'oggetto della stessa. Il quale oggetto sarà quel bene giuridico, che consiste in un contegno, negativo o positivo, da tenersi dalla persona: omissione di turbativa, fedeltà ed obbedienza nei rapporti coniugali e figliali, un fare, un tollerare, e via discorrendo.

Il mondo giuridico non è un mondo di cose, come la realtà fisica, bensì un mondo di valori. Il diritto è sempre, ed esclusivamente, disciplina intersoggettiva, disciplina di contegni, cioè di volontà. Gli oggetti del mondo esteriore all'uomo non vengono in considerazione, nella sfera giuridica, se non come termini di valutazione, nella loro attitudine ad appagare bisogni umani, e ad essere disciplinati in relazione con l'utilità che i soggetti ne traggano. Ed i soggetti stessi, appunto perchè soggetti, non sono oggetti di diritti o di rapporti; ciò che diventa oggetto, ciò che si obbiettiva mi si consenta di dir così come termine di una pretesa, di una prestazione, delle relazioni che corrono tra l'una e l'altra, non è la persona, od il soggetto, bensì una posizione concreta od una qualifica od un'attività della persona. Per questo potremo dire che oggetto del rapporto giuridico non sono nè le cose nè le bensì i beni giuridici, cioè le qualità delle cose ed i contegni delle persone, intesi come termini (cioè come fini del sodisfacimento di bisogni) di umane utilità od interessi, disciplinati dall'ordinamento giuridico.

persone,

6. lo credo che tale nozione di bene giuridico, che qualche giurista continua a credere oscura ed indefinita (1), quando sia, come dev'essere, adeguatamente determinata ed analizzata, possa essere feconda di risultati notevoli per la dommatica e per la pratica del diritto. Per ciò, ho voluto, intanto, delibare, in questa comunicazione preventiva, tale argomento. Credo, in particolare, che sopra una distinzione dei beni giuridici, personali e reali, materiali ed immateriali, privati e pubblici,

(1) Ved. p. es., Hold v. Ferneck, Die Rechtswidrigkeit, I. B.; Jena, Fischer, 1903; § 12, pp. 144-145.

si possa fondare una classificazione, non più dei diritti soggettivi come generalmente si suol fare, ma proprio dei rapporti giuridici.

Certo, ogni classificazione avrà un puro valore euristico e prammatico, e, poichè qui siamo, per definizione, nel campo dell'oggetto, cioè della mutevole esperienza, non potrà avere un valore logico assoluto. Ma anche una classificazione di tale natura, cioè propriamente empirica e quindi approssimativa, specie se prenderà le mosse dal concetto giuridico fondamentale, cioè dal concetto di rapporto giuridico, potrà contribuire a chiarire alcuni punti e problemi importanti della teoria generale del diritto.

ALESSANDRO LEVI
R. Università di Parma

Des deux éléments (mal et bien)
dans un droit subjectif privé.

§ 1. Tout droit subjectif privé se caractérise, suivant les normes du Droit objectif privé, par un certain pouvoir ou autorisation (Befugnis) que le Droit objectif reconnaît et garantit au particulier à qui le droit privé en question appartient (sujet ou titulaire du droit privé). On compare le droit subjectif privé à un cercle dans lequel le sujet du droit possède, légalement, la faculté de se mouvoir comme cela bon lui semble, ou même de ne pas se mouvoir du tout; dans les limites de ce cercle, la volonté du titulaire est autonome (pour ne pas dire souveraine), le droit privé c'est comme un domaine, un bourg, un manoir de son titulaire où celui-ci est un petit maitre seigneur féodal.

Une première caractéristique du droit subjectif privé est donc que c'est une puissance, une force. Sans doute est-ce une force limitée (car, si la puissance des particuliers était illimitée, la puissance de l'État, c'est-à-dire l'État, ne pourrait exister), mais grâce précisément à cette limitation elle est devenue certaine et sûre. En effet, sans la loi, sans l'État, le pouvoir de l'homme n'aurait pas, il est vrai, de bornes, seulement, de fait, ce ne serait que de la théorie, pratiquement ce pouvoir pourrait être réduit à rien par suite du combat qui s'engagerait entre les hommes, combat où celui qui aurait été matériellement le plus fort

subjuguerait complètement le plus faible (1). Au lieu donc de ce risque où il aurait tout ou rien, l'homme a préféré et préfère une situation où il n'aura jamais tout, mais où il ne sera jamais un rien non plus. Son pouvoir perd ainsi, sans conteste, en étendue mais il gagne en certitude: entre un infini problématique et un fini sûr, l'homme a choisi ce dernier terme de l'alternative. Grâce à ce choix, le petit David est, dans le domaine de ses droits privés, plus puissant que Goliath, et celui-ci, en dehors de ses droits privés, est plus faible que le petit David. La loi positive possède donc le pouvoir de donner à l'homme plus de force qu'il n'en a réellement, elle possède le pouvoir de rendre un nain plus fort qu'un géant, et vice versa.

Ce trait du droit subjectif privé, comme on s'en convainct facilement, n'est pas en accord avec l'Enseignement de notre Religion chrétienne, tout au contraire il lui est fondamentalement contraire. En effet, Jésus-Christ s'était élevé contre la puissance et les puissants de la terre; il s'était élevé contre la puissance parce que, d'abord, celle-ci renferme en elle la tentation en même temps que le moyen de faire du mal, de commettre des péchés, et, ensuite, toute puissance ayant la tendance de se développer et de s'étendre dans l'espace et dans le temps, tendance où elle se heurte à d'autres puissances, il en résulte que celui qui dit puissance dit lutte, guerre, et les souffrances qu'elles provoquent et entraînent après elles. Pour ces raisons Jésus-Christ avait de la sympathie pour les faibles et préchait la paix. En dernière analyse, l'Enseignement et l'éthique chrétiens, qui se rapprochent ici du Bouddhisme, ne sont pas favorables à la vie terrestre, attendu que celle-ci se caractérise par la puissance et la lutte (2). Or comme les droits privés, nous l'avons vu, signifient des forces et que ces forces, par suite des tendances inhérentes à chaque force et que nous venons de mentionner plus haut, viennent à tout instant en conflit entre elles, le domaine des droits privés est de la sorte un domaine de luttes (de même que ces

(1) A moins que les deux adversaires, se trouvant d'égale force, ne s'anéantissent mutuellement.

(2) Nous nous sommes occupé un peu plus longuement de cette idée de l'Enseignement du Christ dans notre article: Le mysticisme dans le Droit de succession >> publié par le livre jubilaire (Festschrift) de Mr. le Prof. Dr. E. Zitelmann (paru comme Band XVI, Heft 2, de l'« Archiv für Rechts- und Wirtschaftsphilosophie », Verlag Dr. Walther Rothschild in Berlin -Grunewald 1923).

bourgs et manoirs moyen-âgeux se trouvaient en guerres permanentes entre eux) et pour cette raison revêtent le caractère de phénomènes anti-chrétiens.

Le second trait caractéristique d'un droit privé subjectif c'est son but: celui-ci consiste, comme nous le savons, dans la satisfaction de besoins personnels (individuels) du titulaire du droit. Ces besoins peuvent être ou matériels, s'il s'agit d'un droit privé matériel (Vermögensrecht, droit de patrimoine) ou moral, s'il s'agit d'un droit de famille (Familienrecht), bien qu'en fait un droit privé matériel puisse aussi servir à la satisfaction d'un besoin moral (comme, p. ex., si, dans un but esthétique, nous achetons, avec notre argent, un livre, un tableau, une statue), de même qu'à l'inverse un droit de famille privé conduit souvent à des profits matériels (p. ex., la puissance paternelle ou maritale assurent également au père, resp. au mari, des gains pécuniaires en vertu des droits privés matériels que ces deux institutions comportent avec eux). Comme on voit, en ce qui concerne les besoins individuels, tantôt leur point de départ est matériel, avec un aboutissant éthique (moral), tantôt, par contre, le point de départ en est éthique (moral), avec un aboutissant matériel. Ce mélange, dans lesdits besoins, de l'élément matériel et de l'élément éthique amène à ce résultat que l'élément matériel, dans les besoins personnels d'ordre économique, reçoive certain adoucissement tandis que l'élément moral, dans les besoins personnels d'ordre éthique, devienne affaibli à cause de ce mélange.

Mais de quelque espèce que soit un droit privé, toujours est-il qu'un tel droit représente, comme nous l'avons déjà dit, un certain intérêt personnel, individuel. Tout pouvoir du domaine du Droit objectif privé est donc lié à un intérêt personnel, individuel, lié, autrement dit, à l'égoïsme. Un droit subjectif privé c'est de l'égoïsme, et l'égoïsme c'est un droit subjectif privé, bien que, sans doute, il puisse y avoir des égoïsmes qui n'aient pas le caractère de rapports juridiques (tels sont, p. ex., les sentiments d'envie, de haine, de mépris etc.). Et l'argent étant toujours le symbole des intérêts personnels, il s'ensuit qu'un droit subjectif privé c'est l'argent et l'argent c'est un droit subjectif privé. Le pouvoir du Droit objectif privé, en dernier lieu, c'est donc l'argent et l'argent c'est le pouvoir du Droit objectif privé matérialisé.

Le droit subjectif privé se trouve en contradiction avec les idées du Christianisme aussi au point de vue de son but. Nous savons que

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