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Maine De Biran (1766-1824)

dal quadro conservato nel salone della sua casa avita di Gralloup

presso Bergerac,

Immanuel Kant (1724-1804)

dalla miniatura di Gottlieb Döppler.

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La Rosa, La teoria della relatività di fronte all'esperienza.

il raggiungimento della unità superiore. Collaborare a quest'opera di redenzione è il compito e la missione della Filosofia. Possa questo Congresso contribuire efficacemente a realizzare fra uomini e nazioni questa unità. In tal modo esso non servirà soltanto alla filosofia, ma per suo mezzo anche allo sviluppo della Cultura. Lo Spirito della filosofia è lo Spirito dell'Unità e dell'Umanità, è lo Spirito della Libertà; e nessun filosofo più di Emmanuele Kant ha proclamato con sublimi parole questo spirito di Umanità e di Libertà!

Questo appello allo Spirito dell'Umanità a cui la filosofia deve servire (col quale l'illustre prof. Liebert pose termine alla sua profonda ed eloquente orazione) fece prorompere l'uditorio entusiasmato in una clamorosa manifestazione di simpatia e di ammirazione che si prolungò per alcuni minuti, mentre l'Oratore veniva festeggiato e complimentato dai Congressisti più vicini. A nome del Comitato, il presidente Aliotta ringraziò il prof. Liebert e disse che l'Università di Napoli era orgogliosa e riconoscente che una così elevata commemorazione di Kant avesse potuto celebrarsi nelle sue aule dove il pensiero kantiano ebbe sempre grandi assertori e divulgatori; e ciò attraverso la parola scultorea e dotta dell'autorevole Presidente della grande Associazione Kantiana tedesca.

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Oltrechè col poderoso discorso a Sezioni unite di Arthur Liebert, il Congresso rese omaggio al grande pensatore di Königsberg anche con parecchie pregevoli comunicazioni lette in varie Sezioni. Sono particolarmente da ricordare: « Il problema del male nell'etica e nella filosofia di Kant di Cecilia Dentice d'Accadia (sez. IV), « La Filosofia del Derecho de Kant » di Alberto Rodriguez (sez. V), « La dottrina matematica di Kant nell' interpretazione dei matematici moderni » di G. E. Bariè (sez. VI), « Lo spirito pedagogico della Filosofia di Kant » di E. Troilo, La posizione Kantiana in Pedagogia» di G. Vidari; << Di alcune opinioni espresse da Kant intorno alle funzioni dei sensi», di E. Scuri (sez. VIII).

Commemorazione di Maine de Biran

Con parole commosse, l'illustre filosofo della Sorbona, prof. Léon Brunschvicg parlando in nome del pensiero francese dichiarò di esser veramente felice di potere associare alla grande commemorazione di Kant (a cui la Francia ha dedicato un numero speciale della sua più grande rivista filosofica) la commemorazione di Maine De Biran.

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Oratore ufficiale di questa solenne rievocazione centenaria, nel Congresso di Napoli, avrebbe dovuto essere Maurice Blondel, vanto e onore dell' Università di Aix-en-Provence. Non avendo potuto intervenire personalmente perchè indisposto, l'eminente Collega dell' Università parigina ne lesse alcune belle pagine manoscritte, appositamente inviate, che, sulla scorta di un corso inedito di lezioni di Victor Delbos, tendono a spiegare perchè la filosofia di Maine de Biran non è stata in generale, collocata al posto ch'essa merita. Secondo Blondel, la pretesa oscurità di Maine de Biran non dipende da difetti stilistici, ma dalla sincerità penetrante di una ricerca, dove non bastano i dati obbiettivi e le nozioni astratte comunicabili immediatamente per mezzo delle parole: ciò che occorre qui è il rinnovamento interiore delle esperienze effettive e delle analisi vissute, che nessuna esposizione teorica, nessun simbolo dell'immaginazione costruttiva sarebbe capace di supplire. Come, a uno stadio superiore del suo pensiero e al termine della sua carriera, Maine De Biran ha saputo accentuare il senso specificamente religioso d'una vita che per essere religiosa e per restare veramente tale, non può esser ridotta al solo processo della volontà e della ragione umana, così allo stadio della vita interiore e personale, ha saputo discernere i caratteri del tutto sui generis di quest' ordine riflessivo in ciò che esso ha di irriducibile alle condizioni stesse di cui non può fare a meno. Per ben comprenderlo, bisogna dunque, secondo un'espressione di Delbos, disfarsi del grande paradosso filosofico, oggi comunemente accettato, secondo il quale la realtà delle cose si misura dalla loro intelligibilità. In tal modo la filosofia di Maine De Biran (non ostante faccia derivare da un primo principio e con lo stesso sviluppo, l'intelletto e la volontà) rientra veramente nel quadro delle dottrine che danno la prevalenza all'essere, alla volontà, all'azione sulle rappresentazioni che l'intelligenza può farsene.

Dopo questa efficacissima introduzione di Maurice Blondel, il prof. Brunschvicg lesse un manoscritto inedito di Victor Delbos (che costituisce la 12 fra le diciotto lezioni concernenti la filosofia di Maine de Biran, professate dal compianto cattedratico della Sorbona durante l'anno accademico 1920-1921) che ha per titolo: « La dottrina del fatto primitivo e l'originalità del punto di vista biraniano ».

Prese in ultimo la parola il prof. Benrubi di Ginevra il quale riferì sul tema: «Kant, Maine de Biran e il movimento filosofico del tempo presente ». Cogliendo l'occasione della coincidenza del centenario

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