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RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE

PROF. DOTT. GUIDO DELLA VALLE

I motivi spirituali del Congresso.

Il significato ideale della ripresa dei rapporti personali fra i pensatori di tutto il mondo, senza esclusione di alcuna nazionalità, di alcuna corrente dottrinale, di alcuna religione e di alcun partito politico, che contrassegnò il V Congresso Internazionale di Filosofia, svoltosi in Napoli dal 5 al 9 maggio 1924 non si esaurisce nella cronaca del Congresso, nè nella raccolta delle comunicazioni scientifiche che vi furono lette. Sembra, quindi, non privo di interesse prospettare brevemente le finalità che consigliarono di promuoverlo e porne in rilievo qualche tratto fisionomico più saliente.

Non fortuite considerazioni di coreografia accademica, bensì meditati motivi ideali indussero il Comitato per la celebrazione del Settimo Centenario della R. Università di Napoli (di cui io ero Segretario Generale) a includere, fin da principio, nel programma ufficiale, un grande Congresso internazionale di Filosofia. Il messaggio diramato nell' estate del 1923, dall'Università di Napoli a tutti i centri di cultura superiore dell'intero mondo civile, per invitarli alle feste giubilari partenopee, terminava così: « Nobilissimam quamque Universitatem et omnes doctorum virorum Academicos conventus, qui naturali quodammodo vinculo inter se continentur et singulos liberalium artium cultores, cum peregrinos tum nostrates, invitare atque advocare decrevimus, ad novam studiorum communionem redintegrandam et perpetuo foedere consociandam. Pergrati, proinde, erimus si ex Vestro doctissimo amplissimoque Collegio unum vel plures delegare velitis, qui per dies festos nostrae sollemni caerimoniae intersint et nobiscum communicent firmissimam fidem in litterarum scientiarumque praesidio ad humanitatis cultum latius inter omnes gentes propagandum ».

Le belle parole, dettate dal collega Enrico Cocchia, Ord. di Letteratura Latina, Senatore del Regno d'Italia, avevano un valore che trascendeva di molto una qualsiasi festa Universitaria. Era la rinascita della coscienza civile moderna, la quale nella scienza, superiore ad ogni divisione di tendenza o di razza, ripone l'intima forza viva dell'umano progresso. Per affermare questo principio nobilissimo, nulla si prestava meglio dei Congressi. E di Congressi ne furono organizzati molti, svariati, importanti. Mai, forse, una città concentrò tanti dotti quanti Napoli nella prima decade del maggio 1924. Due Congressi, però, dovevano avere (ed ebbero, infatti) un significato caratteristico: la XII Riunione della Società italiana per il progresso della scienze ed il V Congresso internazionale di Filosofia. Quella era destinata ad attestare la meravigliosa operosità che, con rinnovato vigore, ferve in ogni ramo dello scibile, attraverso tutte le provincie sorelle della nostra Nazione; questo aveva lo scopo di chiamare a discussioni profonde, senza alcuna inopportuna pregiudiziale di nazionalità o di tendenza dottrinale, quanti hanno a cuore quei grandi problemi del mondo e dello spirito la cui importanza appare sempre più preponderante non solo per lo sviluppo de singoli campi di indagine scientifica, ma anche per la vita civile dei popoli moderni. L'una era espressione di sana fierezza nazionale, l'altro rispondeva all'elevata idealità internazionale espressa dal messaggio giubilare dell'Università di Napoli. La « scientia scientiarum era per se stessa un simbolo!

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L'idea piacque subito alla Società Filosofica Italiana che, con entusiasmo, la fece propria.

Ma gli scettici erano molti, dentro e fuori i confini d'Italia. L'ultimo Congresso internazionale di Filosofia (con cui pareva chiusa troppo prematuramente la splendida serie iniziata a Parigi 1-5 agosto 1900 e continuata a Ginevra 4-8 settembre 1904 ed a Heidelberg 31 agosto-5 settembre 1908) era stato tenuto anche in Italia, e propriamente a Bologna, dal 6 all'11 aprile del 1911; e non era consentito dagli statuti del Comitato permanente tenere due Congressi (tanto meno, poi di seguito) nel medesimo Stato. Si era stabilito, anzi, che il 5 Congresso dovesse essere tenuto a Londra nel 1915. La guerra, prima, le gravi difficoltà del dopoguerra, in seguito, lo avevano impedito.

La situazione politica europea era ancora satura della psicologia di guerra. Dal 1911 in poi, nell'ambito degli studi filosofici, non si erano

tenuti che convegni filosofici riservati agli alleati di ciascuna coalizione belligerante: ad Oxford e a Parigi per gli inglesi, francesi, italiani, belgi; austro-tedeschi in alcuni centri universitari degli ex Imperi centrali; e slavi per l'Europa orientale. L'unità filosofica era rotta (si temeva) ancora per molti anni.

Fortunatamente, il pessimismo di coloro che prospettavano l'eventualità d'un insuccesso apparve sempre meno giustificato. Tutti i membri superstiti del Comitato permanente dei Congressi internazionali di Filosofia, eletti nel Congresso di Bologna del 1911 a cui fu possibile rivolgersi personalmente, si dichiararono lieti dell'iniziativa, e diedero preziosi suggerimenti per la migliore riuscita. Particolarmente gradita riuscì l'adesione dei colleghi inglesi e nord-americani, giacchè (come abbiamo testè accennato), secondo gli accordi presi tredici anni addietro, il diritto di organizzare nel proprio territorio il Congresso internazionale di Filosofia successivo a quello bolognese del 1911 sarebbe spettato appunto ai filosofi della Gran Bretagna, che, a loro volta, però, intendevano cederlo ai colleghi degli Stati Uniti. Inviarono subito la propria autorevole adesione e promisero cordiale appoggio la Mind Association, l'Aristotelian Society, la British Psychological Society, l'American Association of Philosophy, la Sociological Society, la Société française de Philosophie, la Société belge de Philosophie, la Société philosophique de Louvain, la Deutsche Philosophische Gesellschaft, la Kantgesellschaft, la Schopenhauergesellschaft, la Neue Deutsche Schopenhauergesellschaft, la Nietzschegesellschaft, la Psychologische Gesellschaft, la Internationale Vereinigung für Rechts-und Wirtschaftsphilosophie, la Societas Spinozana, la Societat catalana de Filosofia, l'Associazione filosofica cecoslovacca, la Società filosofica di Posnania, la Società filosofica di Ungheria, la Biblioteche Filosofiche di Roma, Firenze, Palermo, l'Associazione italiana per gli studi pedagogici, l'Associazione napoletana per gli studi filosofici, pedagogici e sociali, la Federazione per la cultura religiosa, l'Associazione Nazionale dei Professori Universitari, l'Associazione nazionale dei Liberi docenti, ed altri sodalizi culturali italiani e stranieri, nonchè le maggiori Riviste di Filosofia e scienze affini.

L'intimo significato spirituale di questo V Congresso Internazionale di Filosofia fu così ben compreso dai Senati Accademici delle Università italiane e straniere e dalle Presidenze delle Accademie, che gli uni e le altre scelsero, con speciale preferenza, appunto tra i filosofi,

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